Mi sa che è troppo presto. E per la prima volta mi sento mi metterlo nero su bianco dopo mesi di persone e personaggi, più o meno dubbi, più o meno sensati, più o meno disperati, per la prima volta mi rendo conto che penso che sia troppo presto.
Ci sono giorni in cui mi sento super forte, super centrata, e soprattutto di piacermi molto, veramente così come sono. Ma altri giorni invece torno a casa e ho la sensazione di essermi forzata, di aver forzato la mano inutilmente in cerca di qualcosa che probabilmente non è il momento che io viva.
Perché la verità è che il passato è ancora troppo presente, la me passata, la me che ho costruito per adattarmi ad una vita non mia, e che con fatica ho migliorato, distruggendo tutto e rinascendo come un neonato (quasi) da zero a trentanni.
Perché avere trentanni, da donna, single, non è facile. Non lo è affatto e per la maggior parte del tempo non ci pensi nemmeno, talmente è difficile anche solo pensare di poter provare di nuovo qualcosa, di forte, di intenso, di vero e di voluto.
Avere trentanni non vuol dire neanche essere vecchia, essere noiosa, silenziosa e schiva. Questo per me resta equivalente ad essere morti. Ma non vuol dire neanche avere la testa e i pensieri innati, irrazionali, di quando durante l’adolescenza ti struggevi per qualcosa o qualcuno che neanche sapevi bene cosa o chi fosse.
Tutto questo è un grande bordello, e io capisco solo, dalle mie azioni, guardandomi da fuori, che sto commettendo un qualche errore che mi porta a guardarmi di nuovo con quella faccetta non convinta e un po’ stridente, e non lo voglio più.
Respira Fra, anzi respira Lavinia, che tutto tornerà al suo centro.