Islanda Estate 2018, Giorno 5: gita in macchina a Olafsvik e Grundarfjörður
Ci dirigiamo a nord, nord ovest, alla volta di Oflasvik, un paesino di pescatori.
La strada che da Reykjavik porta a Grundarfiordur (e poi prosegue fino a #Oflasvik) è finora la più bella di tutte quelle che ho percorso in questo paese: un mix tra Alla ricerca della valle incantata e un documentario di @natgeo.
Tra le colline verdeggianti, le montagne zeppe di cascate, la strada senza barriere (non c’è neanche l’ombra di un guard rail) e l’oceano appoggiato lì accanto, ci si può perdere nei pensieri fino a non ricordarsi più dove ci si trova.
La Kirkjufell Mountain
La prima tappa è per forza la montagna pizzuta, la Kirkjufell Mountain, il cui nome (ovviamente) non ci dice niente ma la fama della foto è arrivata ben oltre oceano: tra schiere (ok, qui per schiere si intendono gruppetti da 5/6 persone) di cinesi resto molto sorpresa – per l’ennesima volta – di trovare italiani, tanti italiani! Abbiamo forse deciso di evolverci come razza, mettendo tra le mete delle nostre vacanze anche luoghi sprovvisti di creme abbronzanti e negozi di souvenir?
La spiaggia nera a Skardsvik Beach
Da qui scendiamo verso una spiaggia dalla sabbia nera (coperta da un velo di sabbia chiara che la fa sembrare giallina). Da questa spiaggia stile Great Ocean Road australiana (Skardsvik Beach), si vede un faro arancione il cui nome ci è ancora del tutto sconosciuto: la vista della scogliera a strapiombo sull’oceano ti toglie il fiato. Da restare sdraiati sul prato a guardare il mare tutto il giorno
Torniamo a Reykjavik in tempo per la partita dell’Islanda ai mondiali: è forse l’evento sportivo più importante di sempre essendo la loro prima qualificazione. Mentre penso che la sensazione di insofferenza per le mancate finalizzazioni sia così simile a guardare l’Italia di recente, qualcuno urla dietro di me un ottimo “Sei una sega!!”, che riassume quello che probabilmente in molti stavano pensando tutti al decimo tiro in porta consecutivo finito in tribuna.
L’American Bar, la Guinness e le chiacchiere con il compagno di squadra di Toni Brynjar, concludono questa lunga, meravigliosa, giornata.