Arriva un giorno in cui tiri le somme: ti guardi indietro, guardi chi eri, analizzi il tuo percorso, gli errori e i piccoli passetti che uno dopo l’altro ti hanno fatta scoprire, capire e amare.
E arrivi al presente. E guardi chi sei e cosa sei diventata.
Guardo indietro: ho avuto tre relazioni, alcune importanti, alcune meno, in fasi diverse della mia vita, e se devo provare a suddividere la timeline di questi quasi-30 anni, seguire la linea temporale delle relazioni aiuta:
ho avuto una storia romantica, dolce e affettuosa, a 17 anni
ho avuto una storia rocambolesca piena di colpi di scena e di cose da fare, a 22 anni
ho avuto una storia completa, piena di progettualità e di mettersi a nudo come adulti, a 24
Al chiudersi di quest’ultima ho finalmente avuto la possibilità di chiudere il mondo fuori dalla porta e parlare con me stessa, di scoprirmi tanto da conoscermi ed innamorarmi di questa lei, così come me la sono trovata.
Lo scorso anno quindi ho terminato l’ultima di queste lunghe relazioni che nel bene e nel male mi hanno tenuta in coppia per oltre un decennio, pausa più, pausa meno.
E arriviamo quindi ad avere questi famigerati quasi-30 anni, con tutto quello che nella vita professionale è cambiato, con tutti i risultati personali raggiunti e le sfide superate, come in un videogame sparatutto che finisce con il lieto fine e la salvezza degli ostaggi.
E arriviamo quindi ad essere single a questa età, senza sapere cosa è successo nel mondo delle non-coppie durante gli ultimi 5 anni. Diciamo pure negli ultimi 12 va.
Passano i mesi e come gli animali che escono dalle tane in primavera dopo un lungo inverno di letargo, ti inizi a guardare intorno un po’ timorosa e un po’ curiosa per vedere cosa è cambiato. Ma tu non lo sai che qualcosa è cambiato.
Ti aspetti di trovare di nuovo delle persone curiose, gentili, che non vedono l’ora di chiederti tutto quello che hai fatto fino a quel momento
(certo, perchè il tuo cervello in realtà è ancora settato un po’ ai ventanni e un po’ allo stare in una relazione, dove ogni cosa obbligatoriamente viene condivisa – pure troppo),
ma con la consapevolezza della vita adulta, con lo charme quindi dettato dalla vita adulta.
Ti aspetti inviti a cena, a curiose attività sportive non convenzionali, al teatro, alla musica, alle culture e ai viaggi (nel mio caso, soprattutto ai viaggi, evidentemente)…
E invece?
Sbammmm!
Arriva la cruda realtà.
Stavo per scrivere triste realtà, ma è solo cruda invece, e reale, realtà.
La cruda realtà è che nel mentre che tu stavi convivendo e progettando di fare cose per sempre con quella persona che credevi di aver identificato come reale possibile compagno di vita (per poi scoprire invece che purtroppo ti eri sbagliata)…
il resto del mondo occidentale cambiava.
E ti ritrovi così a constatare che tre cose, su tutte, sono cambiate, le riassumerò così:
CURIOSITA’
SESSO
COSTANZA
La verità è che siamo arrivati ad un punto davvero geniale dell’evoluzione libera e paritetica delle relazioni umane:
questi tre concetti, che sembrerebbero scritti nell’ordine logico con il quale dovrebbe susseguirsi una conoscenza, sono invece stati spostati.
Sì, mentre tu non guardavi, qualcuno li ha presi e li ha spostati, così, damblè, perché gli andava di giocare un po’ o forse solo per rendere un po’ più creativa questa triste vita piena di monotonia e scontatezza? Chissà
L’ordine nel 2016 è: sesso, si passa poi alla costanza e forse (chissà) si arriva alla curiosità.
E per costanza intendo la costanza del parlare di sesso. Altra novità introdotta dalla riforma-cambiamo-le-carte-in-tavola che qualcuno ha approvato senza referendum.
[Mi fermo a riflettere mentre scrivo perché prima di vederlo nero su bianco non mi ero proprio resa conto di quanto fosse reale, almeno per me, questa riflessione.]
MA, c’è un ma, qui viene il bello: ok, hai fatto tutto sto casino, sei scappata dall’altra parte del mondo, hai smontato tutto, hai rimontato tutt altro, e mo, è qui che si arriva a parare? Al fatto che sto mondo è assurdo?
No, c’è il ma: il ma è che io non credo affatto che questo sia il reale nuovo ordine di gioco, ma solo che, così come le riforme, sia entrato in vigore nella notte un simpatico modo per dare ad ognuno un pezzetto di certezza e di meno vulnerabilità a cui appigliarsi.
(certo perché la vulnerabilità, la fragilità e la passione per la vita vengono ancora categorizzate come debolezze, da chi non ha gli occhi per guardare. Salviamole! Firma anche tu la petizione “salva umanità dell’essere umano”!)
Perché in tutti questi anni io credo che sia successo questo: le donne hanno ottenuto finalmente la pariteticità, e la libertà. Al pari di quella che prima avevano solo gli uomini.
Gli uomini nel mentre hanno ascoltato per decenni le lamentele delle proprie compagne che li tacciavano di poca sensibilità, di non confidarsi e di non essere dolci come loro avrebbero voluto. E sono quindi diventati delle donne.
Che vogliono sfogarsi tantissimo, che non si tengono più niente dentro, che piano piano smettono di saper cambiare le lampadine, che piano piano decidono di diventare dei martelli pneumatici spara lamentele, e sensibilità.
Per cui oggi è lui che si lamenta se lei non si complimenta per la buona cenetta preparata, è lui che rompe per i turni delle pulizie in casa e spende tutti i soldi in oggetti e hobby.
Lei nel mentre ha preso il fucile, e una volta che si è sparato una volta, non si riesce più a farne a meno.
E quindi giù con le critiche insensibili, i “sei pesante”, i non mi rompere le balle questo weekend che ho l’aperitivo con le amiche, i “basta non ti voglio vedere più perché mi diverto di più con le mie amiche”, e il più bello: i “basta non ci vediamo più perché sto meglio da sola”.
Che non è più la scusa per non dire che ti piace un’altro, come a scuola, no no, è proprio vero.
Mi posso svegliare quando mi pare, mangiare quello che voglio e quando voglio, fare le 5 e andare direttamente a fare una corsetta, restare in ufficio fino alle 10 per tornare a casa e rilassarmi guardando una serie tv (che è praticamente la nuova partita della Roma).
Ovviamente, lungi da me dal giudicare sia l’una che l’altra evoluzione: sono stata la donna che ha chiesto sensibilità e sono la donna del sto meglio da sola.
Ma trovo interessante invece pensare a come queste due linee parallele si siano poi incrociate nel percorso, cosa hanno provocato:
uomini terrorizzati, che cercano donne dolci ma nel dubbio, almeno all’inizio, iniziano mandando messaggi porno per creare intimità.
Ma facciamolo con costanza, così forse la lei di turno capisce che siamo veramente interessati a lei nel mentre che le condividiamo i nostri più ferventi desideri.
Alla fine, se non è una stronza come tutte le altre, le chiederò di più, con curiosità, ma solo alla fine, quando ormai non dovrei rischiare più di ferirmi nel mio animo sensibile.
E lei? Siamo paritetici oggi, quindi stessa cosa!
Donne ormai sfinite sul campo di battaglia pieno di questi soldati morti, che fanno sesso perché (giustamente) ne hanno voglia, per poi con costanza avviare la fase lettura e risposta di messaggi di checkin mattutino, checkin pomeridiano, checkin serale, per mantenere vivo il contatto.
E poi, forse, ma non è proprio detto, anzi diciamo che stiamo parlando della quasi inesistenza dei casi, incuriosirsi a tal punto della vita dell’altro da lasciarsi andare dopo tante fatiche…e chiedere finalmente:
“ma tu, tutto il giorno, che fai?”
Paura, ansia, chissà cosa penserà di una tale audace domanda.
Vi giuro, voi non ci crederete, ma è così.
E quindi? Che si fa?
Io, come è evidente, ancora non lo so 😀 Ma una cosa da dire ce l’ho:
Anche se mi sono fatta un grande mazzo da sola per essere la donna che sono oggi, non voglio rinunciare alla curiosità, all’entusiasmo, al chiedere subito Che cazzo fai tutto il giorno?!, al darmi il tempo di conoscere una persona senza chiedergli l’estratto conto del conto corrente, o senza attuare stupide strategie per tenermi uno “straccio d’uomo” (cit. – l’ho sentito anche chiamare il “mentecatto di turno”) solo perché te lo devi trovare per forza sennò che fai, resti sola a vita?
Ma io che ne so? E soprattutto, se io che sono la diretta interessata, quest’ansia non ce l’ho, perché ce la dovreste avere voi coppie accoppiate per me?
Non vi preoccupate, il sogno romantico di incontrare il principe azzurro con cui condividere tutti i giorni della mia vita è ancora lì, solo non ho alcuna intenzione di farmi prendere dal panico (e sarei pure giustificata eh, visto il quadro generale, no?!) tanto da gettarmi letteralmente addosso a una persona a caso, o simil-caso, solo perché come “contenitore” di ottime credenziali dovrebbe funzionare.
[Scrivere queste cose, una parola dopo l’altra, è come se aiutasse il mio cervello a mettere in pila i ricordi e i cambiamenti e vederne davvero il percorso, e non mi importa davvero di cosa penserà chi legge, spero solo di trovare dei lettori curiosi e spassionati, che capiscano che il mettersi allo specchio in pubblico è il mio modo per dire: ho una cosa da dire, se vi va eccola qui, magari non sono l’unica, magari entriamo in contatto e ci diamo qualcosa a vicenda.]
Grazie ragazze, nella foto, per aver scelto di condividere con me questo viaggio.
E, detto tutto questo, abbandono Debussy e mi avvio alla visione delle storie di Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha, 10 anni dopo.