“pochi euro sul conto, 49kg di peso, 36 giorni di viaggio, 6 ore di fuso orario, 18 ore di volo, 3 valigie, 1 scatola di Baby Food, cambi per 4 stagioni, 3 paesi e 1 viaggiatrice”: con questo post e una comica foto delle valigie 4seasons, ho mollato tutto, preso baracche e burattini e mi sono imbarcata per i quasi 40 giorni che mi hanno cambiato la vita.
Tutti quelli che partono hanno un buon motivo per farlo, chi parte da solo ne ha almeno due, e chi parte da solo all’improvviso e per stare molto tempo fuori (con pochi soldi soprattutto) ne ha almeno tre.
Si può decidere di tornare o di restare, di programmare o di andare all’improvviso, ma sarà la comune spinta curiosa e appassionata a smuovere farfalle nella pancia e formicolii sotto ai piedi e urlarti da dentro: “VAI!”.
Non avrei mai creduto di essere capace di arrivare a un punto nella vita in cui tutte le certezze vacillano, un punto in cui tutto il percorso che per dieci anni era stato prerogativa e certezza diventa insostenibile, non avrei mai creduto di essere capace di arrivare al punto in cui l’unica volontà, e necessità, è quella di allontanarsi (parecchio nel mio caso) dal problema per vederlo lucidamente.
Flashback, marzo 2015: Vivo a Roma, la città che amo e in cui sono nata, e nella quale ho fatto di tutto per ritornare dopo aver passato gli anni delle scuole al mare, a Pescara, la città sull’altra costa dello stivale. Ho un lavoro, un bellissimo lavoro, il lavoro che volevo e che amo, che amo fare tutti i giorni, tutto il giorno, a tutte le ore e anche di più. Ho un fidanzato, con cui convivo e che ho scelto. Abbiamo affittato una casa bellissima, una villetta su due piani con un bel giardino in cui trascorrere le serate afose estive con gli amici bevendo birra sdraiati sulle sdraio, o dove pranzare all’ombra del gazebo guardando la magnolia di fronte alla porta. Ho una piccola Smart, che mi permette di parcheggiare dove voglio senza fatica (non da poco considerando la città in cui vivo), alla quale sono legata affettivamente per il periodo e il modo in cui ne sono entrata in possesso.
Tutto dovrebbe andare bene, questo era il piano: costruisci una vita tua, realizzati e poi pensa ad essere felice.
Essere felice.
Essere felice è una cosa alla quale non si pensa mai, o per lo meno io non ci pensavo più da tempo, una cosa banale e che nel momento in cui ti ritrovi a pensarla ti porta a dire “Si certo, sei felice, hai tutto quello che volevi quindi sei felice”. Ma non è così semplice. Pensandoci tanto, più attentamente, guardandoti allo specchio con più calma e respirando a pieni polmoni può capitare di trovarsi a rendere conto che felici non ci si è, e non ci si è più da un pezzo. E una volta pensato questo la discesa nel baratro della depressione e delle illusioni disattese è un passo brevissimo.
Amo li mio lavoro, ma è diventato un’ossessione, un loop infinito nel quale vivo come uno struzzo, con la testa sotto la sabbia, tirando avanti senza pormi domande, con i paraocchi, i paraorecchie, i paradenti e i paratutto. Prendo medicine perché non dormo, poi ne prendo altre perché non mi sveglio, ma ne devo prendere altre per restare concentrata e altre ancora per farmi passare l’ansia. Corro da una parte all’altra della città, nel traffico, incazzata e depressa, desiderando che le giornate abbiano 52 ore per poter finire tutto quello che voglio finire. Continuo a ripetermi che amo la mia vita e che amo il mio ragazzo, anche quando sia io che lui che le nostre vite non si incontrano più in quel sentimento magico che dovrebbe spingere ogni relazione umana. E alla fine salta pure fuori che non sto più tanto in salute e scopro il mondo dei medici e degli ospedali, per una cosa piccola ma grande, niente di mortale, ma a cui proprio non volevo mai dover pensare nella vita.
Torno a casa dall’ospedale, ho deciso di fare qualcosa. Qualcosa di inatteso e di grosso e a cui proprio non posso proprio più rinunciare. Accendo il computer, volagratis.it mi da una mano e prenoto 9 voli:
ROMA-DUBAI-PERTH
PERTH-MELBOURNE
MELBOURNE-SYDNEY
SYDNEY-WELLINGTON
AUCKLAND-BALI
BALI-PERTH
PERTH-DUBAI-ROMA
Lavoro in un’agenzia di comunicazione, devo assolutamente fare un powerpoint (o meglio, un bel Keynote) per il mio auto-incentive, eccolo qua: Looking for happiness project (pdf)
Riassumendo:
Australia
Nuova Zelanda:
Bali:
- Kuta e Seminiak
- Ubud
Sono partita dopo dieci giorni, e sapevo già allora che al ritorno non sarei più stata la stessa.
…to be continued…
La scimmia accanto a te nella foto…me la sarei riportata a casa, come animale domestico…ciao stupida De bonis